lunedì 30 marzo 2015

TULIPANI ROSSI


TULIPANI ROSSI

Ho estratto queste righe da un bel commento ricevuto per dar loro maggiore evidenza e per sottolineare un aspetto che ad alcuni sfugge: i segni.
Ne siamo tutti 'accerchiati', ma pochi li sanno cogliere ed apprezzare. Servono a indicare o a confermare qualcosa, in genere una direzione o una scelta, fatta o da farsi. Si riconoscono perché procurano una gioia sottile e pervasiva, che non si spegne come una risata; infatti provengono da quei livelli sottili del nostro essere cui partecipiamo senza consapevolezza, ma che sono nelle nostre possibilità raggiungere ed esprimere. Tu chiamale se vuoi... vibrazioni.
                                          

"La lettura del “Il Mediatore” e dell' “Amico MetT” mi aveva talmente coinvolta da indurmi a scrivere all'autrice dicendole che mi sarebbe piaciuto conoscerla.  Lei mi risponde dopo pochi giorni, proponendo di incontrarci.
Un impegno, però, mi costringe, con vero dispiacere, a declinare l'invito.
Ricevo un nuovo appuntamento, ma ancora una volta un imprevisto mi impedisce di accettare.
Il copione si ripete, sempre allo stesso modo, diverse volte. E ogni volta si ripropone, per strane coincidenze,  l'immagine di un bel vaso marrone con dei fiori rossi. Mah...

Dopo qualche tempo partecipo alla presentazione dell' “Amico MetT” e, coinvolta a mille, mi iscrivo ad un corso esperienziale che sarebbe stato tenuto proprio dall'autrice del libro.

Intanto un giorno, tornando a casa, mi fermo per caso al mercato. E' tardi, stanno smontando tutte le bancarelle. Passo davanti a quella dei fiori e mi sento dire: “Signora prenda questi bulbi.. . stiamo andando via...li pianti...”
Li prendo, ma non ho un vaso. Ne vedo uno, può andar bene, è un vaso marrone...
"Però io non ho un terrazzo, ho una casa piccola, dove lo metto?” Nel cortile del palazzo, è l'unica soluzione.
Il portiere mi guarda perplesso, stanno facendo i lavori di ristrutturazione, c'è polvere dappertutto. “Non fioriranno mai!” afferma sicuro.
Passa qualche settimana e cominciano a sbucare dalla terra dei timidi steli verdi. Una mattina, come tante altre, vado a salutare il mio vaso.

E... meraviglia! Sei splendidi tulipani rossi fanno capolino dal vaso marrone.
Quella stessa sera inizia il corso di Giovanna ed il mio risveglio (spero).

Grazie!!! Ros"

venerdì 27 marzo 2015

FILOSOFI IN ERBA

Ci sono bambini che vanno all'asilo cantando ed altri che, sàlvati, nemmeno andassero a una colonia penale! Trascinati tipo aratro da madri imbarazzate, o blanditi vanamente da mamme già stanche di primo mattino, vivono il distacco come uno strazio del cuore. Per fortuna, il problema svanisce dopo qualche tempo, a volte da un giorno all'altro.
Giorgio, ad esempio, non aveva ancora quattro anni eppure, malgrado avesse una sorellina più grande, era ancora nella fase della cova. Un pomeriggio però i genitori, che avevano un impegno, lo avevano allocato per un dopo asilo-merenda-più-cena in casa di un'amica, che aveva  dei figli quasi coetanei.  Lui si era divertito talmente tanto da non accorgersi che si era fatta sera, cioè l'ora del suo coprifuoco, o mamma o niente: a tavola la sorella maggiore gli aveva fatto i complimenti e l'altro maschietto aveva chiosato: "Sai, c'è tutto un mondo oltre la mamma!". "Grazie, ma ho ancora tempo per scoprirlo". Filosofi in erba?

domenica 8 marzo 2015

LO STALKING DEI CALL CENTER?


Non so da voi, ma a casa nostra si può star certi che al momento di impiattare, alla mezzogiorno di cuoco, squillerà il telefono. E saranno operatori di call-center che promuovono offerte concorrenziali di qualcosa che non ti serve, né in quel momento né mai.

Qualche genio del male deve aver calcolato che all’ora dei pasti la gente è a casa e quindi -pensa che figata- raggiungibile! Ma i gestori sono tanti ed alla terza telefonata anche il più mite tra i miti sbotta e dall’altra parte… pure. Ultimamente sono stata insolentita anche solo per aver detto “grazie non mi interessa”. “Cosa mi ringrazia a fare che non le ho ancora detto niente!!”. Poi ci sono gli Ulisse della situazione ”Sono Pinco Pallo e chiamo per conto di” e cita il tuo fornitore di luce e gas. “Mi dice il suo codice?” “Se mi chiama dovrebbe averlo lei”. “Devo fare un controllo” il che, tradotto, significa cercare di venderti qualcosa… di qualcun altro.
I call-center ‘acca ventiquattro’ sono un approdo nella tempesta se sei tu ad aver bisogno di qualcosa, altrimenti divengono una enorme rottura, al limite dello stalking. Con tutto il rispetto per un lavoro di ripiego e pure ingrato, uno non può essere stressato mezzogiorno e sera sul fisso, ridotto a diventare come i telegrammi di un tempo, sicuri portatori di sfrucugliamento. Se poi incappi nell'addetto sclerato di suo, sei finito. Scrivo questo post dopo l'ennesima esperienza, questa volta al limite dello stalking, con uno che non voleva demordere e che ha richiamato più e più volte: “Volevo offrirle una tariffa migliore, ma lei l’ha rifiutata senza nemmeno ascoltarmi. Lei è una villana (io!!) e si merita di pagare di più” ed altre (s)piacevolezze. Nell’occasione avevo cercato il numero dell’ufficio reclami dell’azienda, ma dopo essere stata in linea con qualche disco registrato, digiti uno, digiti due, digiti tre, avevo scoperto che erano previsti solo reclami per un errore nella lettura del contatore. O tolgo la linea fissa o mi iscrivo al Registro di quelli che non vogliono figurare negli elenchi telefonici.